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1.
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EAN-13: 9788832820041
Pietro Ingrao
Valore della contemplazione
Edizione:Castelvecchi, 2017

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2.
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EAN-13: 9788864731193
Pietro Ingrao
Masse e potere. Crisi e terza via
Edizione:Editori Riuniti Univ. Press, 2015

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DescrizioneFormato 15x21 cm., stampato su carta FSC Intervista di Romano Ledda Introduzione di Guido Liguori Ripubblicare oggi due tra i libri più importanti e conosciuti di Pietro Ingrao, Masse e potere e Crisi e terza via, risalenti alla seconda metà degli anni Settanta, non è solo l'omaggio a uno straordinario protagonista della vita culturale e politica italiana in occasione del suo centesimo compleanno. Leggere o rileggere questi due libri significa riaprire alcune pagine fondamentali della storia del Novecento e soprattutto della storia della sinistra, non solo italiana. E tornare a riflettere su alcuni momenti di una vicenda che presenta passaggi di grande rilevanza, da cui ancora vi è molto da imparare. Si sta parlando degli anni Sessanta-Settanta del Novecento, del «laboratorio italiano», dei grandi processi politici, economici e sociali che hanno preceduto il «mondo nuovo» nel quale viviamo e che manifesta oggi sintomi profondissimi di «crisi» - una categoria su cui a lungo il nostro autore si interroga e che ci aiuta a mettere a fuoco. Per chi vorrà incamminarsi sulla strada della ripresa di una sinistra critica verso il presente, le idee di Pietro Ingrao risulteranno ancora preziose. Pietro Ingrao, nato nel 1915 a Lenola (Latina), ha partecipato alla lotta antifascista e alla Resistenza. A lungo direttore dell'Unità e dirigente del Pci, è stato negli anni Settanta Presidente della Camera dei deputati. Contrario nel 1989 allo scioglimento del suo partito, ha militato successivamente nel Prc e ha continuato a essere un punto di riferimento per tutta la sinistra.

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3.
€ 9,50
EAN-13: 9788868300173
Goffredo Bettini | Pietro Ingrao
Un sentimento tenace. Riflessioni sulla politica e sul senso dell'umano
Edizione:Imprimatur, 2013

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DescrizioneUno scambio di lettere avvenuto nell'arco di quindici anni, in cui Pietro Ingrao e Goffredo Bettini riflettono sulle motivazioni profonde che li hanno mossi all'azione politica prendendo le parti dei più deboli, dei più offesi. "Tu sai che il solo, vero consiglio che ho cercato di darti è stato: sforzati di essere libero. Tuo Ingrao". "Che ci dicono questi ragionamenti sull'oggi? Almeno a me: che l'eclissi storica del comunismo, per l'intima contraddizione di aver negato nella realtà storica i presupposti (o la 'scintilla') che lo avevano determinato, rischia di cancellare ogni visione critica e la spinta a ribaltar o almeno a riequilibrare, l'"oscenità" dell'ingiustizia e il rapporto tra chi sta sotto e chi sta sopra".

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4.
€ 5,00
EAN-13: 9788874247851
Alberto Olivetti | Maria Luisa Boccia | Pietro Ingrao
INDIGNARSI NON BASTA
Edizione:Aliberti, 2011
Collana:Fuori collana

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Descrizione► “Indignarsi non basta” sul blog Aliberti Commentando Indignez-vous!, grande successo di Stéphane Hessel, Pietro Ingrao sostiene che l'indignazione non basti. «Bisogna costruire una relazione condivisa, attiva» dice, e aggiunge: «Valuto molto più forte il rischio che i sentimenti dell'indignazione e della speranza restino, come tali, inefficaci, in mancanza di una lettura del mondo e di una adeguata pratica politica che dia loro corpo. Che l'indignazione possa supplire alla politica e, in primo luogo, alla creazione delle sue forme efficaci è illusorio». «Abbiamo iniziato nel dicembre del 2009 a intrattenere con Pietro Ingrao regolari conversazioni su alcuni argomenti e vicende, tra riflessione e memoria, con il proposito di stamparle in un volume al quale stiamo lavorando. È divenuta per noi una consuetudine quasi settimanale. Nello scambio di vedute, approfondiamo alcuni temi ai quali Ingrao ha rivolto la sua attenzione, ma ci dedichiamo anche a questioni e fatti che nascono dalle vicende della cronaca politica di questi mesi. Nei giorni scorsi, leggendo “Indignez-vous!” di Stéphane Hessel, ci è capitato di svolgere qualche considerazione sull'impegno politico. Al riguardo, Ingrao ha richiamato alcuni suoi maturati convincimenti espressi in varie occasioni. Accostiamo al testo un secondo colloquio tra noi, Io dico il dubbio». (Maria Luisa Boccia, Alberto Olivetti) INGRAO, anti-Hessel a sinistra: "NO, INDIGNARSI NON BASTA" (La Stampa) Dalla Francia un grande vecchio della Resistenza ci ha appena intimato, con pamphlet smilzo e perentorio nei toni, «indignatevi!». Dall'Italia un grande vecchio della Resistenza ci suggerisce adesso, con libro-intervista smilzo e quasi sommesso nei modi, «Indignarsi non basta». La differenza di stile tra Stéphane Hessel e Pietro Ingrao non potrebbe risultare più lampante. E, per diverse ragioni, impressionante. La riflessione sui limiti dell'indignazione in servizio permanente effettivo era finora stata condotta in Italia da destra, un genere letterario col pilota automatico, ormai. Prevedibile, scontata, roba da sonno alla terza riga. Che venga infine sviluppata dall'ultimo grande vecchio della sinistra italiana è diverso. «Indignarsi non basta», spiega Pietro Ingrao, che compie 96 anni, consegna oggi un libro che ha esattamente quel titolo, e entra nel vivo della polemica politico-culturale centrando in pieno uno dei nervi (non il solo, peraltro) sui quali s'è arenata la sinistra. Se ci fissiamo sull'indignazione, osserva Ingrao, non è che autorizziamo derive moralistiche e giacobine (come bofonchiano i professionisti dell'immoralismo); semplicemente, contribuiamo all'abdicazione della politica. E questo per la sinistra della sua generazione - la sinistra che s'avviò alla politica con la rivolta anti-franchista - sarebbe stato impensabile. Quella generazione ebbe numerosi limiti, coltivò insopportabili silenzi, toppò di brutto quando doveva prendere posizione (proprio Ingrao altrove ha ricordato non gli errori, ma l'Errore della vita: il fondo col quale, da direttore dell' Unità  , non condannò i carri armati sovietici a Budapest). Eppure per noi, riflette Ingrao, indignarsi era tutt'uno con l'impegnarsi. Facevano politica, loro. Se il rombante invito all'indignazione proveniva da un seducente ex resistente di origini berlinesi, naturalizzato francese, diplomatico, politico, scrittore, uno così figo da ispirare Franà§ois Truffaut per Jules e Jim (Hessel, appunto), il sommesso invito a non fermarsi all'indignazione arriva da un militante che s'è sempre considerato «uno del popolo», un intellettuale anche lui, certo, ma di Lenola, campagnola provincia laziale, nato con le lotte dei braccianti e cresciuto per strada. Se Hessel teorizza la non violenza integrale da enoteca parigina, Ingrao dice: «Non sono mai stato per il pacifismo integrale. Sono stato e resto persuaso che l'azione armata del nemico costringe a rispondere con le armi». Non Gandhi, l'articolo 11 della Costituzione. È così che il vecchio spacca in due l'attualità  - pensate alla Libia, o ai dibattiti sul Cavaliere - meglio di moltissimi altri, nonostante i tanti «egemonia», «reificazione» e «alienazione» di cui abbonda il suo eloquio. Non per caso oggi il libro è spunto di una discussione attuale con Nichi Vendola (vi parteciperanno i due intervistatori, Maria Luisa Boccia e Alberto Olivetti), e viene pubblicato da Aliberti, particolare non trascurabile, trattandosi di uno degli editori del Fatto . Lo storico capo della sinistra interna del Pci si toglie lo sfizio di predicare in partibus infidelium. «Il giorno in cui Francisco Franco varca lo stretto di Gibilterra, beh, quel giorno mi sono indignato», ammette ora. «Mi sono interrogato su quello che io stavo facendo e su quello che accadeva nel mondo. Che dovevo fare io?». Indignarsi parve troppo poco, bisognava «costruire una relazione condivisa, attiva. Poi la puoi chiamare "movimento" o "partito" o in altro modo». Per Hessel «il motore della Resistenza era l'indignazione», sentimento primario da trasmettere ai giovani. Ingrao sussurra invece a un giovane: «Pratica il dubbio ogni volta che l'agire collettivo contrasta col tuo sforzo di essere libero». Detto da un comunista di quell'epoca, fa impressione. E ancora, alla sinistra: «Vedo prevalere una critica morale alla degenerazione dei partiti, alla corruzione e all'affarismo del ceto politico. Ne condivido le ragioni e l'asprezza. Ma l'indignazione non dà  conto delle modificazioni sostanziali. La mera denuncia, in qualche modo, le occulta». Le parole di Ingrao non nominano escort, notti di Arcore e re del bunga bunga. Bisogna pur andare avanti e immaginare qualcos'altro, il paradosso è che ce lo ricorda uno di 96 anni. La Stampa, 30.03.2011 di Jacopo Iacoboni

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5.
€ 4,00
EAN-13: 9788879233262
Pietro Ingrao
Una lettera di Pietro Ingrao. Con una risposta di Goffredo Bettini
Edizione:Cadmo, 2005

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6.
€ 5,00
EAN-13: 9788879232395
Franco Fortini | Pietro Ingrao | Alberto Olivetti
Conversazione su «Il dubbio dei vincitori»
Edizione:Cadmo, 2002
Collana:Esedra

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DescrizioneNum. Collana: , Nr. 15

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